Territorio

Dopo alcuni esperimenti condotti negli anni Ottanta e portati a termine con eccezionali risultati circa la qualità del tubero ottenibile dai territori di Montese e di Castel d’Aiano, nel 2003 la Camera di Commercio riconosce ufficialmente l’eccellenza e la forte tipicità dell’esperienza montesina attraverso il progetto di promozione del marchio collettivo ‘Tradizione e sapori di Modena’, che ha lo scopo di tutelare il prodotto e valorizzare il territorio.
La produzione della Patata di Montese coinvolge attualmente 64 aziende del comune di Montese e di parte di altri comuni limitrofi (Castel d’Aiano, Gaggio montano e Zocca), tutti localizzati a un’altitudine di almeno 600 msl.
Secondo Coldiretti Modena, i piccoli comuni montani sotto i cinquemila abitanti, sono una risorsa preziosa in termini di promozione turistica, culturale e sociale, con un concentrato unico di eccellenze gastronomiche e attrattive naturali e architettoniche. Questi piccoli centri costituiscono una rete diffusa sul territorio, con una presenza che unisce il senso di comunità all’appartenenza geografica e la custodia di valori e tradizioni come quella del cibo e dei prodotti tipici. I piccoli comuni si impegnano quotidianamente nella salvaguardia dell’ambiente e nella valorizzazione dei suoi prodotti agroalimentari a denominazione d’origine, per la quale l’Italia è famosa a livello mondiale. Il territorio appenninico rappresenta, quindi, un patrimonio enogastronomico, naturale e paesaggistico, nonchè culturale e artistico senza eguali sia per la popolazione residente, che per un numero sempre crescente di turisti italiani e stranieri alla ricerca dei tesori nascosti.

Il comune di Montese 

Il comune di Montese, è un comune montano dell’appennino Modenese, situato ad un’altitudine che oscilla tra i 290 e i 1080 m.s.l.m.
Il suo territorio si estende per circa 80 km² ed è situato sopra una vetta nel contrafforte appenninico, che si stacca dal Corno alle Scale, e che, via via digradandosi, si spinge giù fino a specchiarsi nelle acque del Panaro. Chi è stato anche una sola volta nel suo territorio non ricorderà per sempre “la sua bella e fresca pineta, le fontane gorgoglianti all’ombra delle acacie, così mai i boschi di castagni e di querce che circondano il paese e lo avvolgono come in un manto di misteriosa e silente frescura” (Cit. Banorri – Montese e il suo territorio).
Montese offre un ambiente per tutte le stagioni, che vede l’alternarsi di boschi e di aree coltivate, con produzioni di prestigio come la Patata di Montese ed il Parmigiano Reggiano di Montagna.

Escursioni e sentieristica

Il territorio di Montese è attraversato da chilometri di sentieri e itinerari, tracciati e mappati. Alcuni tra i suoi principali sentieri  e/o percorsi tematici sono:

Percorso Linea Gotica

Montese conserva testimonianze della linea difensiva tedesca che, durante la 2° Guerra mondiale, tagliava l’Italia in due, da ovest ad est, ossia i camminamenti e le postazioni di Monte Belvedere (Castelluccio di Moscheda), della Lastra Bianca (capoluogo) e di monte Terminale (Iola).

Via Romea Nonantolana

La via Romea Nonantolana, che ricalca le antiche direttrici dei pellegrini dell’VIII secolo nei territori longobardi, attraversa Semelano, Montese, Maserno per proseguire , poi, per Fanano. Ancora oggi, quindi, si può spaziare con lo sguardo nei paesaggi di questa intensa spiritualità.

Via dei Montecuccoli

Le sorti della famiglia Montecuccoli si sono intrecciate e sono state determinanti per la vita di Montese: nel 1212 l’imperatore Ottone IV diede ai Montecuccoli l’investitura di questi territori e sancì l’inizio di una saga che si protrasse fino al XVII secolo. Tracce di questo lungo dominio si possono scorgere tuttora nella Rocca di Montese, nel borgo di San Martino e di San Giacomo.

Via dei Mulini

Per secoli, i 37 mulini di Montese hanno trasformato la forza delle acque in energia e vita, poiché macinando chicchi di grano, mais e castagne si otteneva la preziosa farina per il pane, le crescentine, la polenta e la pasta. Gli opifici erano il fulcro della vita contadina. Passeggiando accanto ad alcuni di questi edifici che narrano di tanto lavoro, meticolosità ed ingegno, si può ancora respirare un’aria di altri tempi, cogliere quasi i suoni e le risate di un’epoca in cui i ritmi dell’uomo erano scanditi dalle stagioni.