Il progetto denominato MONTEPATATA intende migliorare le condizioni di redditività delle produzioni agroalimentari di montagna innovando tecniche di coltivazione e approccio al mercato così da generare ricadute positive sul territorio montano, riducendone lo spopolamento, e attori a valle della filiera.
Innovazione e sostenibilità
I crescenti trend di consumo di prodotti biologici e green e la sempre maggiore attenzione delle istituzioni verso la salvaguardia dell’eco-sistema produttivo determinano la necessità di individuare una coltura che sia da un lato garante del DNA del prodotto originale di Montese, dall’altro in grado di resistere ai sempre più frequenti cambiamenti climatici anche in un processo produttivo naturalmente “Clean”. Il clima e il contesto ambientale nel quale la patata di Montese viene prodotta, sono due dei principali elementi di sostenibilità che contraddistinguono il prodotto. Per questo motivo il progetto intende valorizzare la produzione, realizzata nel rispetto dell’ambiente di coltura, con il duplice obiettivo di riuscire a catturare i target di clientela sempre più attenti e informati rispetto ai prodotti alimentari consumati, e di preservare il luogo di coltivazione della patata in modo da ridurre l’impatto negativo dell’utilizzo di sostanze chimiche sull’ambiente. L’adozione, quindi, di soluzioni innovative a basso impatto ambientale costituirebbe per le imprese della filiera tutta un duplice fattore di competitività.
Le patate di Montese
La patata di Montese, originariamente derivante da diverse tipologie di genotipi coltivati nel territorio di Montese e nella limitrofa zona appenninica, basa oggi la sua produzione prevalentemente sulla Kennebec (buccia bianca e pasta bianca), sulla Spunta (buccia gialla e pasta gialla) e sulla Desirée (buccia rossa e pasta gialla), tutte varietà colturali tardive o medio-tardive.